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Per Aspera Ad Veritatem n.18
L'esplosione delle nazioni (le guerre balcaniche di fine secolo)

Nicole Janigro - Feltrinelli, Milano, 1999





La crisi iugoslava ha ispirato numerosi scrittori, non solo per la carica evocativa che riporta alle varie questioni balcaniche del recente passato, ma anche perché più della guerra del Golfo - durata di fatto pochi mesi - ha rappresentato per almeno tre anni un formidabile argomento mediatico per i forti coinvolgimenti emotivi legati alle sofferenze delle popolazioni coinvolte, a pochi chilometri dalle nostre frontiere ed in terre che assomigliavano terribilmente alle nostre.
Il libro della giornalista croata Nicole Janigro, non nuova a lavori sulla ex Confederazione e sui travagli del dopo-Tito, non si sottrae alla sottolineatura degli aspetti più umanamente struggenti, che prevalgono in maniera evidente rispetto alla esposizione saggistica delle motivazioni storico-politiche della crisi.
Quest'ultime, tuttavia, ci sono apparse quelle di maggior efficacia, non per disinteresse verso la cronaca degli orrori quotidiani vissuti da popolazioni inermi, ma perché mentre su questi il giudizio non può che essere univocamente di condanna, sulle questioni che hanno portato al rapido disfacimento della nazione voluta e creata da Tito il dibattito è in pieno svolgimento e le opinioni non sempre convergenti.
Sulla questione demografica, ad esempio, la Janigro esprime concetti che, se in alcuni punti rischiano di apparire "asettici" rispetto al dramma delle vittime degli stupri, cercano di spiegare la "pulizia etnica" delle bande paramilitari serbe, attraverso un'analisi storico-sociale quanto mai lucida e priva di accenti retorici. Lei, croata, si trova quasi a "giustificare" la posizione serba quando afferma che "la pressione demografica è una componente importante di quella sindrome di accerchiamento che, a un certo punto degli anni ottanta, si avverte in Serbia.... stretta fra le rivendicazioni separatiste delle sue due province autonome della Vojvodina, a prevalenza slovena, e del Kosovo, con il 90% di popolazione di etnia albanese e con un elevatissimo tasso di natalità".
La paura di "scomparire", afferma la giornalista, "ha spinto gli sloveni a formare una nuova statalità, i croati a riscoprire le tradizioni del passato, i serbi a combattere in nome delle 4 esse (samo sloga sbrina spasava, cioè: solo l'unità salva il serbo), tutti convinti, dopo la morte delle ideologie - e di Tito (ndr) - a cercare nella supremazia numerica un principio di regolazione politica".
Per rendere più spedita la lettura di un testo che deve necessariamente rivolgersi a cifre e riferimenti storici la Janigro ha fatto ricorso a piene mani alle sue abilità giornalistiche. Il libro, infatti, si dipana attraverso brevi capitoli, secondo uno stile "a mosaico" che offre attraverso il racconto di singole situazioni un quadro di insieme completo e coerente.
D'altronde l'intera crisi balcanica è un insieme di "storie", ognuna con una propria genesi, così come la stessa ex confederazione era un "puzzle" geografico tenuto insieme dalla personalità di Tito e dalla polizia di regime.
Non a caso, quindi, il libro inizia parlando delle "guerre" iugoslave, dove il plurale vuole intendere la complessità dell'intera vicenda, la cui comprensione non può prescindere dalla conoscenza delle molteplici realtà della regione, ognuna portatrice di interessi e rivendicazioni che traggono forza da motivazioni etniche, culturali e religiose. Illuminante, al riguardo, il passaggio che racconta la storia di Osijek, una cittadina della Slavonia situata sulla riva destra della Drava. Scrive la Janigro che ad Osijek, prima della crisi, su 164.000 abitanti "i serbi erano il 20%, i croati il 66%, gli ungheresi il 2%, più minuscole percentuali di altre nazionalità. Il 66% si dichiarava cattolico, il 19% ortodosso, l'1,3% protestante, il 5,3% ateo. L'80% diceva di parlare il croato, il 19,4% il serbo-croato, il 4,8% il serbo."
Nonostante le apparenze, l'abitudine interetnica aveva prodotto una tolleranza fondata anche su una sorta di equilibrio fra le diverse popolazioni.
Spiegare cosa sia successo in questi ultimi anni e perché convivenze secolari siano state spazzate con furia sanguinaria è il compito che si è prefissata Nicole Janigro, senza offrire risposte ma fornendo i giusti elementi di riflessione per capire, nell'epoca di Internet e della globalizzazione economica, quanto sia ancora lunga e difficile la strada che porta al rispetto delle diversità.



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